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I principali trend tecnologici del futuro Come possono prepararsi le aziende?

Abbiamo già detto che nel 2022 la pandemia covid-19 continuerà ad avere un impatto sulle nostre vite in molti modi. Questo significa che continueremo a vedere un tasso accelerato di digitalizzazione e virtualizzazione delle imprese e della società. Tuttavia, mentre ci spostiamo in un nuovo anno, sembra proprio che la necessità di sostenibilità, volumi di dati sempre crescenti, e l’aumento di velocità di elaborazione e di rete inizierà a riacquistare il loro status di principali driver della trasformazione digitale.

Per molti individui e per molte organizzazioni, la lezione più importante degli ultimi due anni è stata che un cambiamento veramente trasformativo non è così difficile da attuare come si sarebbe potuto pensare una volta. Certamente andrà sfruttata questa nuova apertura alla flessibilità, all’agilità e al pensiero innovativo, ma l’attenzione si dovrebbe anche spostare dal semplice tentativo di sopravvivere in un mondo che cambia a prosperare in esso.

A quanto pare, non siamo ancora pronti a riflessioni sul calcolo quantistico, sulle interfacce neurali o sulla nanotecnologia – questi trend sono certamente sulle carte, ma il loro impatto sarà percepito più avanti. Invece, le tendenze più importanti nel 2022 si concentreranno probabilmente sulla convergenza delle tendenze tecnologiche, mentre emergono strumenti che ci consentono di combinarle in modi nuovi e sorprendenti.

Gli esperti di tecnologia del Forbes Technology Council hanno stilato una previsione sulle 5 più grandi tendenze tecnologiche che, secondo il loro parere, saranno il fiore all’occhiello dell’intero mondo degli affari del prossimo anno. Escluso il punto 5 (“Soluzioni energetiche sostenibili” più marginale in questa occasione) le prime 4 sono:

  1.  Intelligenza Artificiale ovunque
  2. Tutto as-a-service e la rivoluzione no-code
  3. Digitalizzazione, datazione e virtualizzazione
  4. Trasparenza, governance e responsabilità

Discutiamone insieme.

1. Intelligenza Artificiale ovunque

“Smart” ha significato finora semplicemente “connessi” – se ci pensate, smartphone, smart TV, e tutti gli altri dispositivi “intelligenti” appunto sono in realtà solo gli stessi vecchi giocattoli di una volta, ma collegati a Internet. Oggi, “smart” significa sempre più alimentato da intelligenza artificiale (AI) – in genere algoritmi di apprendimento automatico – e in grado di aiutarci in modi sempre più innovativi.

Le auto intelligenti, ad esempio, utilizzano algoritmi di riconoscimento facciale per rilevare se prestiamo attenzione alla strada e ci avvertono se siamo stanchi; gli smartphone sono dotati di AI praticamente per fare tutto, dal mantenimento della qualità delle chiamate, al supporto per lo scatto di foto migliori, … Addirittura, per chi non lo sapesse, sono in arrivo i servizi igienici intelligenti, in grado di aiutare a diagnosticare problemi gastrointestinali utilizzando la visione al computer per analizzare campioni di feci.

Al di là delle applicazioni di AI più o meno conosciute, l‘intelligenza artificiale ha permeato gli strumenti che usiamo per svolgere il lavoro di tutti i giorni – dagli onnipresenti assistenti vocali, agli strumenti di estrazione dati strutturati da immagini, scarabocchi su lavagne e appunti scritti a mano – e consente di alleggerire i carichi di lavoro nei reparti amministrazione, logistica, contabilità e HR. Qualunque sia la vostra industria o funzione di lavoro, è probabile che ci sia una soluzione AI-powered progettata per rendere la vostra vita più facile. E noi di TDE, come abbiamo già dichiarato, sposiamo esattamente questa filosofia, quella della democratizzazione della tecnologia al servizio della collettività; non a caso siamo la Tech Dgit Easy: “easy” significa “semplice” e ciò che è semplice è smart, intelligente. Vogliamo rendere facile la vita di persone, aziende e comunità e siamo convinti che la trasformazione digitale sia lo strumento giusto per perseguire questo fine.

Si tratta di un trend ampio che comprende l’IA, l’Internet of Things (Iot), e le reti super-veloci emergenti come il 5G, che si uniscono per migliorarci e dotarci di di capacità che soli pochi anni fa neanche immaginavamo. Ciò mette in evidenza il fatto che, la tendenza più incisiva di tutte sarà in futuro la convergenza. Volumi crescenti di dati, velocità di rete e processore più veloci, e la “democratizzazione” dei dati (approfondimento sotto) si uniscono e influenzeranno la società in un modo che è molto più della somma delle sue parti, per citare la Gestalt.

 2. Tutto as-a-service e la rivoluzione no-code

Un altro driver sempre più potente, come anticipato sopra, sarà la costante democratizzazione dei dati e della tecnologia. Negli ultimi anni è emersa un’intera industria che mira a mettere le competenze e gli strumenti necessari per l’innovazione tecnologica nelle mani della maggior parte della società, indipendentemente dalla loro esperienza o competenza.

In termini di ambiente di calcolo, storage e servizi, il trend che vedremo esplodere nel 2022 è quello che stanno scegliendo le aziende più lungimiranti, ovvero soluzioni ibride di servizi cloud. I cloud ibridi, in pratica, offrono i vantaggi dei cloud pubblici e privati e sfruttano l’architettura esistente in un data center. Si riferiscono a un ambiente misto costituito da un’infrastruttura on-premise (in loco), servizi di cloud privato e un cloud pubblico, come ad esempio Amazon Web Services (AWS) o Microsoft Azure, che prevedono l’orchestrazione tra le varie piattaforme. Anche per i dati è necessario lo stesso livello di flessibilità di distribuzione e accesso. Che tu gestisca workload o set di dati, nel mondo digitale dinamico devi pianificare cosa spostare in risposta alle esigenze in evoluzione. Non è detto che il luogo in cui le applicazioni o i dati risiedono oggi sia quello più appropriato andando avanti nel tempo.

Un altro punto fondamentale è che continueremo a vedere le aziende implementare l’IA e l’infrastruttura Iot senza possedere un singolo server o un pezzo proprietario di codice cognitivo. Non tutte le aziende infatti hanno bisogno di assumere un esercito di geni del computer per costruire il proprio “cervello digitale” quando possono semplicemente “affittare” risorse per il lavoro di cui hanno bisogno. Esistono soluzioni AI pronte per tutto, dal marketing all’HR, dal project management alla pianificazione e progettazione dei processi di produzione. Di certo l’innovazione ha messo in evidenza in alcune aree la cosiddetta “skills crisis”, la crisi delle competenze, che suona come un problema, ma è stata anche un driver dietro l’esplosione di soluzioni self-service e “fai-da-te”.

Un altro punto fermo per il futuro è che le interfacce no-code diventeranno più popolari affinchè la mancanza di conoscenze di programmazione, o una comprensione dettagliata delle statistiche e delle strutture di dati, non sia più un ostacolo alla realizzazione di un’idea che cambia il mondo. Di recente OpenAI – un gruppo di ricerca fondato da Elon Musk e finanziato, tra gli altri, da Microsoft, ha presentato Codex, un modello di programmazione in grado di generare codice dal naturale parlato del linguaggio umano. Ci vorrà un po’ di tempo affinchè una tecnologia come questa maturi del tutto – ma quando convergerà con le possibilità offerte dall’infrastruttura cloud, potremo smettere di preoccuparci dalla mancanza di risorse o competenze tecniche. 

3. Digitalizzazione, datazione e virtualizzazione

Durante il 2020 e il 2021, molti di noi hanno sperimentato la virtualizzazione dei nostri uffici e posti di lavoro, in quanto gli accordi di lavoro remoto sono stati rapidamente messi in atto. Nel 2022, avremo sempre più familiarità con il concetto di “metaverso“, piattaforma che permette di entrare in una realtà virtuale che ripropone il modo in cui si vive nel mondo fisico, unendo vari strumenti e tecnologie come la videoconferenza, le email, le criptovalute.  

Anche per Mark Zuckerberg il metaverso sembra essere la prossima evoluzione di internet: «Effettueremo una transizione di visione da compagnia specializzata in social media ad essere una società di metaverso» aveva affermato giorni fa in una recente intervista a The Verge. E proprio ieri, durante l’evento Connect 2021 Mark ha annunciato che Facebook è ora Meta. Il gigante FB ha ufficializzato il cambio nome dell’azienda “Meta” (il social, invece, manterrà lo storico e attualissimo brand) e ha dato queste anticipazioni (segue il VIDEO):

0:00 – Cambio nome meta

0:37 – Il Metaverso

2:23 – Privacy e sicurezza

3:11 – Orizzonte a casa

4:09 – Lavorare nel Metaverso

6:06 – Servizi/tariffe per gli sviluppatori

6:56 – Piattaforma di presenza

7:49 – Progetto Cambria

9:42 – Occhiali Nazare

All’interno di questi metaversi – mondi digitali persistenti che esistono in parallelo con il mondo fisico in cui viviamo – svolgeremo molte delle funzioni che siamo abituati a fare nel mondo reale, tra cui lavorare, giocare e socializzare. Con l’aumentare del tasso di digitalizzazione, questi metaversi modelleranno e simuleranno il mondo reale con crescente accuratezza, permettendoci di avere esperienze più coinvolgenti, convincenti e, in ultima analisi, preziose all’interno del regno digitale. Mentre molti di noi hanno sperimentato realtà virtuali piuttosto coinvolgenti attraverso auricolari, una serie di nuovi dispositivi in arrivo sul mercato miglioreranno presto notevolmente l’esperienza offrendo feedback tattile e anche odori.

Ericsson, che ha fornito visori VR ai dipendenti che lavorano da casa durante la pandemia, e sta sviluppando quello che si chiama un “internet dei sensi“, ha previsto che entro il 2030 saranno disponibili esperienze virtuali che saranno indistinguibili dalla realtà.

4. Trasparenza, governance e responsabilità

Perché la tecnologia funzioni, noi umani dobbiamo poterci fidare. Vediamo già (giustamente) forti spinte contro molti modi in cui la tecnologia viene attualmente utilizzata che sono visti come invadenti, pericolosi o irresponsabili. L’IA, in particolare, a volte è descritta come una “scatola nera” – cioè non possiamo vedere al suo interno per capire come funziona. Questo è spesso dovuto alla sua complessità, piuttosto che a qualsiasi schema malevolo per limitare la nostra comprensione, tuttavia, l’effetto è lo stesso. Ciò significa che gli incidenti di IA sono estremamente allarmanti e questo è particolarmente vero in una società che sta iniziando a guardare verso l’IA per il processo decisionale che colpisce le vite delle persone. Un esempio emblematico èil caso di un errore dell’algoritmo Facebook che ha scambiato in un video uomini di colore per scimmie e ha fatto comparire il messaggio “Continua a guardare video sui primati”. Inevitabile lo scoppio di una polemica contro questa intelligenza artificiale che non è stata allenata in modo sufficiente – a quanto pare – a distinguere un nero da una scimmia e che ha portato Facebook ad avviare un’indagine interna, a disabilitare l’algoritmo e a scusarsi e definire l’errore «inaccettabile».

L’idea di AI trasparente e spiegabile è giustamente cresciuta negli ultimi anni, tant’è che i governi hanno compreso la necessità di un quadro normativo in tal senso. Lo dimostra l’esistenza della proposta di legge dell’UE sull’intelligenza artificiale che vieta, ad esempio, alle autorità di utilizzare l’IA per creare sistemi di punteggio sociale, nonché di utilizzare strumenti di riconoscimento facciale in luoghi pubblici. C’è anche un elenco di effetti potenzialmente pericolosi, tra cui “sfruttare le vulnerabilità” e “causare danni fisici o psicologici”, che i fornitori di soluzioni di AI dovranno dimostrare prima che i loro sistemi possano essere messi sul mercato. Ad ogni modo, ciò che è certo è che nel corso del 2022 vedremo persone più consapevoli dei potenziali effetti positivi e negativi che l’IA e altre tendenze tecnologiche avranno sulla società, pertanto argomenti importanti di discussione saranno certamente trasparenza, governance e responsabilità.

29/10/21

Oriana Torregrossa | Digital & Communication Manager TDE

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